copywriter freelance

Per molti anni è stato difficile descrivere cosa facessi come copywriter freelance a tutti coloro che non appartenessero a loro volta al settore della comunicazione. Per esempio a Natale, con i parentoni riuniti, quando la faticaccia di spiegare in parole povere il mio lavoro faceva ancora più rumore dei gusci di frutta secca rotti nel piatto. Nel tempo, avevo trovato che “Scrivo le parole delle pubblicità” o “scrivo testi pubbliclitari” erano le frasi che meglio riuscivano a produrre un vago cenno di assenso nei volti che mi ascoltavano. Ma la perplessità regnava ancora sovrana negli sguardi di tutti, parenti e conoscenti. Allora presi a fare esempi con pubbliclità storiche, cominciando dal lavoro della più famosa delle copywriter, l’Annamaria Testa di “è nuovo, no è lavato con Perlana!” Tutto all’improvviso sembrava più terrestre e piccoli sorrisi cominciavano a disegnarsi sui volti di tutti, a cominciare dal mio. (Ci tengo a precisare che la mia non è una famiglia di stupidoni ma è il mestiere stesso del “produttore di parole” che è, anzi forse dovrei dire era, ostico da focalizzare).

Di qui la seconda delle fatiche del copywriter: quella di far comprendere il valore del suo lavoro. Pur essendo il suo un contributo fondamentale nella creazione di una campagna creativa, si è sempre fatta una certa fatica a farlo percepire come tale, come una fase distinta e specifica del progetto, fatturabili per capirci.
Per mia esperienza, il grafico ha sempre avuto vita molto più facile. Producendo delle immagini al computer che nella maggioranza dei casi il cliente non sa creare da solo, il cliente ne percepisce subito il valore. I testi, invece, crede ahimè di poterli scrivere da solo perchè carta e penna sono giusto lì a portata di mano. Anni e anni di lotte ideologiche di questo tipo sono confluite nella campagna dei Furboni della Comunicazione, creata anni fa per ridere delle nostre piccole sventure. Dategli un’occhio, è divertente.

Ad ogni modo, oggi le cose sono molto cambiate e rispetto anche solo a 5-6 anni il valore dei contenuti è diventato chiaro a tutti. E questo grazie ai social media, questo incredibile palcoscenico dove tutte le aziende, piccole e grande, sanno di doversi esibire e dove ben presto realizzano che non possono fare scena muta. Ecco che allora gli torna in mente la figura del copywriter, che sui social si chiama social media manager o social content creator ed ha competenze ancora più ricche, ma che comunque fanno capo alla scrittura e all’organizzazione dei contenuti.

“Ci metto la testa” potrebbe essere allora una delle frasi con cui spiegare cosa fa una copywriter, specie nella fase di selezione e organizzazione dei contenuti. “Trovo le parole giusto per dirlo” potrebbe essere una seconda frase, legata alla fase più tecnica della scrittura pubblicitaria.

La verità è che non esiste una sola frase e forse neanche una sola definizione. Forse non è neanche veroche sono una copywrtier freelance e basta e forse dovrei aggiungere altre pompose definizioni che racchiudiano tutto quello che ho imparato in questo decennio ma preferisco passare un Natale tranquillo e dire semplicemente che:

Sono Alessia Attanasio e sono una copywriter freelance. Significa che creo contenuti per aziende e professionisti. Significa che se non sai come dirlo lo dico io. E che se non sai nemmeno cosa dire, anche allora ci penso io.

Scrivimi di cosa hai bisogno.